La Shoah, sparatorie in Ucraina - M morial de la Shoah

La radicalizzazione del genocidio

Parallelamente ai massacri perpetrati nei territori occupati, gli Einsatzgruppen (unità mobili di sterminio) seguirono l'avanzata del fronte e uccisero sempre più sistematicamente gli ebrei nell'est dell'Ucraina.

La radicalizzazione del massacro degli ebrei è chiaramente visibile con i numerosi esempi di uccisioni, come nella regione di Zhitomir, dove 3.000 ebrei furono assassinati nel luglio 1941, circa 10.000 in agosto e 27.000 in settembre. Nelle regioni appena conquistate, i massacri furono immediatamente di grande ampiezza. In ambiente urbano, spesso superavano le 10.000 vittime come il triste esempio di Babi Yar (33.000).

In Crimea (attribuita all'Ucraina da Krusciov dopo la seconda guerra mondiale ma repubblica sovietica autonoma al momento dell'invasione tedesca) vivevano circa 65.000 ebrei. Quando i tedeschi conquistarono la regione, all'inizio di novembre 1941, circa 35.000 ebrei si erano rifugiati più a est. Circa 8.000 ebrei erano stati arruolati nell'Armata Rossa. I tedeschi trovarono dunque circa 23.000 ebrei che furono rapidamente vittime di una macchina genocida ormai a pieno regime sul territorio sovietico. Le unità di assassini perlustravano le campagne per non lasciare scappare nessuna vittima designata. Tra metà dicembre e metà gennaio sono stati sperimentati anche i camion a gas.

Il personale dei commando di uccisioni fu subito provato, psicologicamente, dai ripetuti e sempre più sistematici massacri che doveva commettere. Quando alla fine del 1941 fu deciso di uccidere gli ebrei di tutta l'Europa occupata, furono messe a punto delle camere a gas nei centri di sterminio in Polonia. Ma in Ucraina, come nel resto dell'Unione Sovietica, il Reich nazista non aveva la possibilità, a causa della vicinanza del fronte, di installare centri di sterminio. Nella maggior parte dei casi, la rete ferroviaria non era adatta alla deportazione verso i centri di sterminio in Polonia. Ecco perché la «Shoah par balles» è continuata in Ucraina fino alla fine dell'occupazione del paese da parte della Wehrmacht, all'inizio del 1944. Solo circa il 20% degli ebrei ucraini sono stati deportati a Belzec, Sobibor e Auschwitz. Il restante 80% delle vittime è stato ucciso dai commando SS o dai loro ausiliari.

Praticamente tutti coloro che non fuggirono furono uccisi nel giro di due anni e mezzo, tra giugno 1941 e dicembre 1943.

Secondo lo storico ucraino Alexander Kruglov, si può pensare che circa un terzo degli ebrei ucraini sia sfuggito al genocidio, il che significa che, al contrario, circa un milione e mezzo di ebrei sono morti: 500.000 nel 1941, oltre 700.000 nel 1942 e 200.000 dal 1943 fino al definitivo abbandono dell'Ucraina da parte della Wehrmacht nel 1944.

Il primo negazionismo dei nazisti

L'esempio dell'Ucraina subcarpatica mostra che i nazisti assassinarono o fecero assassinare gli ebrei finché riuscirono a tenere una parte del paese. Tuttavia, fin dalla sconfitta di Stalingrado, era stata prevista la ritirata e, con essa, la necessità di cancellare le tracce del crimine. I nazisti furono i primi negazionisti. Le SS caricarono dei commandos, comandati da Paul Blobel (ex capo dell'Einsatzkommando 4a) e raggruppati sotto il nome di camouflage

«operazione 1005», di ritrovare i luoghi dei massacri e far sparire i corpi delle vittime. Ma i luoghi dei massacri erano troppo numerosi per essere trovati tutti prima che arrivasse l'Armata Rossa. Le uccisioni non erano state compiute solo dagli Einsatzgruppen, ma anche dall'Ordnungspolizei, da diverse unità delle Waffen SS e dalla Wehrmacht. Le commissioni dell'NKVD, secondo l'Armata rossa, fornirono le prime informazioni sistematiche sul genocidio degli ebrei.

In materia di archivi, i nazisti non riuscirono a far sparire tutte le tracce. Erano state distribuite troppe copie dei rapporti degli Einsatzgruppen per poterli far sparire tutti. Già nell'estate del 1941 i britannici avevano intercettato le trasmissioni dell'Ordnungspolizei. Sono questi documenti e i processi condotti nella Repubblica federale di Germania, a partire dalla fine degli anni '50, contro ex poliziotti che hanno potuto iniziare, nel 2004, l'indagine condotta da Patrick Desbois e la squadra di Yahad per localizzare le fosse comuni della «Shoah par balles».

Les zones d'action des Einsatzgruppen en Union sovi�tique

Le zone di azione degli Einsatzgruppen in Unione Sovietica.
Fonte: Institut für Zeitgeschichte, München -Berlin, 1999

Membres des Einsatzgruppen faisant feu sur un groupe d'hommes debout dans une fosse. Circa 1941-1942

Membri degli Einsatzgruppen che sparano su un gruppo di uomini in piedi in una fossa. Circa 1941-1942. Posizione sconosciuta. Fotografo sconosciuto.
© USHMM, courtesy of Dokumentationsarchiv des Österreichischen Widerstandes

Paul Blobel (1894-1951). Nuremberg, Allemagne, 1948

Paul Blobel (1894-1951). Norimberga, Germania 1948.
© Coll. CDJC/ Memoriale della Shoah