Creato in Francia nella clandestinità per documentare la persecuzione degli ebrei in Francia durante la seconda guerra mondiale, il Centro di documentazione ebraica contemporanea (CDJC) è una delle componenti essenziali del Memoriale della Shoah.
Il CDJC, Centro di documentazione ebraica contemporanea costituisce la matrice del Memoriale della Shoah. La volontà di documentare il genocidio degli ebrei d'Europa che animava i fondatori del CDJC durante la guerra è oggi una delle principali missioni del Memoriale della Shoah che è allo stesso tempo un museo, un centro di documentazione e un Memoriale.
La creazione del CDJC è legata a un nome, quello di Isaac Schneersohn, un industriale che riunisce clandestinamente il 28 aprile 1943 nel suo appartamento di Grenoble una quarantina di militanti e responsabili della comunità ebraica per decidere la creazione di un fondo d'archivio.
L'obiettivo è creare una struttura che raccolga le prove della persecuzione degli ebrei per testimoniare e chiedere giustizia alla fine della guerra. Obiettivo raggiunto alcuni anni più tardi durante il processo di Norimberga dove saranno prodotti documenti archiviati dal CDJC.
Il lavoro di archiviazione intrapreso dal gruppo dopo la riunione di Grenoble viene interrotto dall'invasione tedesca nel settembre 1943 della zona fino ad allora occupata dagli italiani. Riprende al momento dei combattimenti per la liberazione quando Isaac Schneersohn e il suo team raggiungono Parigi per i fondi d'archivio provenienti da Vichy e dall'occupante nazista.
Il gruppo del CDJC mette le mani sui preziosi archivi del Commissariato Generale alle Questioni Ebraiche, CGQJ, l'ambasciata di Germania a Parigi, dello stato-maggiore, della delegazione generale del governo di Vichy e soprattutto su quelli del servizio antiebreo della Gestapo, uno dei pochi recuperati in Europa.
Al termine della guerra, il Centro di documentazione crea la propria casa editrice e si dota, nel 1946, della prima rivista di storia dell'Olocausto, il Mondo Ebraico.
Al processo di Norimberga, lo Stato francese si basa sugli archivi del CDJC per sostenere la sua difesa. Riconosciuto per la sua azione, il Centro di documentazione è quindi autorizzato ad attingere agli archivi di questo primo grande processo internazionale.
In un altro processo storico, quello di Klaus Barbie nel 1987, è ancora il CDJC che fornisce un pezzo importante per l'incriminazione del capo della Gestapo di Lione, per crimini contro l'umanità: il telex di Izieu.
Isaac Schneersohn decide nel 1950 di aggiungere una nuova dimensione al CDJC creando una tomba-memoriale per onorare le vittime della Shoah. La prima pietra viene posata nel 1953. Ceneri provenienti dai campi di sterminio e dal ghetto di Varsavia sono solennemente depositate il 24 febbraio 1957 nella cripta del Memoriale.
Nel 2005, dopo i lavori di ampliamento, viene inaugurato il nuovo Memoriale della Shoah. La sua estensione ha permesso di completare l'opera iniziata da Isaac Schneersohn valorizzando il Centro di documentazione, offrendo più spazio ai ricercatori nelle sale di lettura, creando nuovi luoghi di mediazione come il museo, le mostre, l'auditorium e lo spazio multimediale. Alla tomba Memoriale degli anni 50 è venuto a rispondere «il Muro dei nomi» dove sono stati incisi i nomi di tutti gli ebrei deportati dalla Francia.