Nel principio: Primo Levi e i testimoni della sua generazione Da una generazione all'altra: la scrittura dei grandi testimoni

Primo Levi © Memoriale della Shoah

Alcuni testimoni hanno scritto subito dopo la guerra, creando di fatto un genere letterario. Altri, in seguito, hanno illuminato aspetti rinnovati del processo genocida e delle sue conseguenze. Nel corso del tempo, il pubblico ha scoperto le opere di Elie Wiesel, Primo Levi, Imre Kertész, Aharon Appelfeld, Charlotte Delbo e altri grandi testi fondatori.

In che modo queste opere hanno segnato i nostri contemporanei e perché sono diventate dei classici?

Questo incontro fa parte di un ciclo di quattro incontri sul tema «Da una generazione all'altra: la scrittura dei grandi testimoni» 

In questa serata che inaugura il ciclo, Philippe Mesnard evocherà le varianti della riscrittura del testo di Primo Levi che conosciamo sotto il titolo di Se è un uomo, tradotto e pubblicato in francese nel 1987. Questo testo non è esattamente quello dell'edizione italiana del 1958, si basa su una versione precedente datata 1947, risultante da varie fonti e da diverse riscritture.
Anny Dayan Rosenman evocherà il modo in cui alcuni dei grandi testi di testimoni costituiscono una nuova parte della cosiddetta letteratura classica nella misura in cui hanno saputo, con la scelta di uno stile, far sentire una voce «inconfondibile» con qualsiasi altra. Una voce capace di raccontare ciò che è accaduto ai loro compagni ma anche come essi stessi sono stati confrontati al male e alla sofferenza estrema.
Nella seconda parte della serata lo scrittore Agnès Desarthe e il regista Emil Weiss dialogheranno sull'impatto dell'opera di Primo Levi nelle proprie creazioni. Giovanni Tesio, che ha realizzato un ultimo colloquio finora inedito con Primo Levi nei primi mesi del 1987 parteciperà anche a questo incontro.